Per trauma psicologico si intende qualsiasi evento che una persona percepisce come estremamente stressante, come una minaccia alla propria integrità fisica o quella altrui. Può scaturire anche da condizioni estreme di trascuratezza, mancanza di rispetto o accudimento. Queste situazioni influiscono sul senso di valore dell’individuo, sulla sua sicurezza, sull’autostima e sul suo senso di efficacia personale, producendo reazioni emotive e corporee molto importanti, che non sempre il cervello riesce ad elaborare.
Anche senza aver subito traumi psicologici con la “T” maiuscola (grandi traumi), tutti noi abbiamo subito traumi con la “t” minuscola (piccoli traumi). Per alcuni può può aver rappresentato un trauma l’umiliazione alle elementari da parte di un maestro troppo duro, per altri essere stati lasciati improvvisamente dal proprio partner; o ancora possono rappresentare un trauma la perdita del lavoro, un divorzio o la perdita di una persona cara, ma anche un giudizio ricevuto.
I sintomi variano a seconda della gravità del trauma e dipendono dalla risposta soggettiva di chi lo ha subito. Questa risposta è, prima di tutto, emotivo-corporea, perchè si crea nel cervello una rottura neurobiologica che impedisce l’elaborazione delle emozioni e delle sensazioni corporee. Queste sensazioni, infatti, permangono nel cervello oltre la conclusione dell’esperienza e sono pronte a riattivarsi in situazioni simili a quella traumatica. In questo modo, anche se la persona si trova al sicuro, può capitare che sperimenti le stesse emozioni e sensazioni sgradevoli che aveva provato nel momento in cui è avvenuto il trauma.
Successivamente all’evento traumatico i sintomi più frequenti sono:
- Sintomi intrusivi come ricordi, sogni e flashback involontari e spiacevoli inerenti l’evento traumatico;
- Ipervigilanza e forti risposte di allarme, con problemi di concentrazione, insonnia e marcate reazioni fisiologiche a fattori scatenanti interni o esterni;
- Tentativi di evitare ricordi, pensieri, sentimenti spiacevoli, o persone e luoghi associati all’evento traumatico;
- Difficoltà a ricordare aspetti importanti dell’evento traumatico;
- Persistenti ed esagerate convinzioni negative relative a se stessi, ad altri o al mondo (per es. Io sono cattivo, non ci si può fidare di nessuno, il mondo è assolutamente pericoloso);
- Persistente stato emotivo negativo (per es. paura, orrore, rabbia, colpa o vergogna).
La terapia per i disturbi legati a traumi
Ad oggi la Terapia Cognitivo – Comportamentale è considerato il modello d’élite per il trattamento del trauma. Questa aiuta le persone ad identificare e modificare i pattern distorti di pensiero riguardanti se stessi, l’evento traumatico e il mondo, insegnando a gestire l’ansia e le emozioni negative. Lo scopo è quello di ridurre i sintomi persistenti di attivazione fisiologica ed emotiva che presentano le vittime di eventi tanto impattanti.
Le tecniche maggiormente utilizzate in questo approccio sono:
- Tecniche di esposizione che hanno lo scopo di far familiarizzare il paziente con le situazioni temute in un clima di sicurezza (in vivo o in immaginazione);
- La ristrutturazione cognitiva, tramite la quale si aiuta il paziente ad identificare e modificare gli “errori di ragionamento“ e le convinzioni non funzionali su di sé, sugli altri e sul mondo e che possono avere un forte impatto sul senso di sicurezza, fiducia in sé, valore personale e fiducia negli altri.
- Tecniche di gestione dell’ansia, come per esempio, tecniche di respirazione e rilassamento.